San Lorenzo
SL72

Cantieri navali di Ameglia (SP)

Uno yacht su misura per il cliente
Fotografata nel porto di Rapallo, questa imbarcazione è un 72 piedi con arredi in rovere naturale e pavimento in wengé. Subito colpisce per la sua eleganza e per i dettagli raffinati di grande effetto. In realtà questa è solo una delle numerose imbarcazioni 72 piedi realizzate per la Sanlorenzo, ognuna con finiture ed interni custom-made per il cliente.

L’installazione di prodotti finiti
Il banco timoneria – il cuore dell’imbarcazione – è stato interamente realizzato in laboratorio e solo successivamente installato in cantiere, così come i letti della cabina ospiti e altri singoli pezzi di arredo, per agevolarne la messa in opera.

In particolare, i letti sono stati realizzati con apposite sagomature (dette “dime”), per permettere poi agli installatori di appoggiarli ed incastrarli perfettamente alle due nervature strutturali (“madieri”) sulle murate di riferimento.

La venatura del legno
Operazione di importanza fondamentale è la selezione accurata dei pacchi di tranciato, poi cuciti per realizzare l’abito della barca.

Grazie alla nostra grande esperienza in merito, siamo stati in grado di realizzare delle cabine con continuità di vena orizzontale perfetta, come si può vedere dalle rivette perfettamente combacianti delle armadiature della zona giorno in rovere naturale.

In questo caso la selezione a monte è stata critica perché la naturalità della vernice mette in rilievo anche il minimo eventuale difetto del rovere.

L’impiego di ferramente speciali
Abbiamo appositamente scelto di utilizzare calamite speciali, cerniere ammortizzate e altri tipi di ferramente speciali, per ottimizzare i sistemi di apertura e chiusura sull’imbarcazione, dove lo spazio ridotto necessita il ridurre l’ingombro degli arredi.

La scelta di vernici speciali
Potendo contare su un laboratorio di verniciatura interno, abbiamo avuto modo di portare avanti una seria ricerca e sviluppo di campioni e test di verniciatura per ogni imbarcazione e ogni tipo di essenza.Ad esempio siamo riusciti a ridurre i danni che il naturale strato d’unto del teak apportava nelle successive fasi di verniciatura, mettendo a punto un particolare isolante da applicare prima del cosiddetto “fondo” (la prima mano di vernice).

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